Nella storia del calcio ci sono club più gloriosi di altri. Real Madrid, Manchester United, Juventus, Barcellona, Milan, Bayern Monaco, Liverpool, Inter, Celtic Glasgow, Porto, Benfica, Rangers Football Club.
Sono squadre che hanno lasciato un segno indelebile nella storia di questo sport, dando vita ad epiche partite e sfolgoranti vittorie.
La Gran Bretagna è la patria del Football, la culla delle squadre di club. La Premier League è il campionato più prestigioso al mondo, ma accanto ad esso si svolgono partite di pari intensità. In Scozia il calcio è fede, una ragione di vita. In una città come Glasgow, spaccata in due fazioni, il club significa appartenenza sociale e religiosa. A Glasgow la rivalità sportiva è incentrata su due squadre di straordinario blasone: il Celtic e i Rangers. Cattolici contro protestanti, un odio viscerale che si trasforma in una più che centenaria rivalità sportiva.
I Glasgow Rangers sono fondati nel 1872, 16 anni prima dei rivali biancoverdi. Con 115 titoli in bacheca è la squadra professionistica più titolata del mondo.
Lo stemma dei Rangers, raffigurante un leone che emette una lingua di fuoco, è il perfetto simbolo di una squadra che fa dell'orgoglio scozzese il suo fondamento.
Sebbene in Europa non abbia lasciato grossi segni, eccezion fatta per una Coppa delle Coppe, giocare a Glasgow è sempre un'esperienza magnifica. L'aria che si respira ad Ibrox Park è speciale, elettrizzante. Sempre stracolmo in ogni ordine di posto, è il classico stadio britannico. Birra, magliette e sciarpe blu sventolano dal primo all'ultimo minuto.
E' proprio da Ibrox che parte la mia storia, un misto di tristezza e speranza, dolore e gioia, sconforto e ammirazione.
In ottobre i Rangers falliscono. Una cattiva amministrazione finanziaria e vari sotterfugi hanno portato la squadra sul baratro. A nulla sono valsi gli sforzi dei tifosi, guidati dell'illustre Sean Connery. La raccolta fondi ha portato nelle casse dei Rangers qualche milione di euro, non sufficienti a colmare il buco di bilancio di quasi 95 milioni.
A fine mese la squadra va in liquidazione e la sentenza sportiva è drammatica: rifondazione e ricostruzione a partire dai Dilettanti.
Mezza Glasgow è in festa, il resto in lacrime. Ma cosa si deve festeggiare? La bellezza dello sport è la competizione. La forza su cui si regge il calcio, specialmente quello scozzese, è la rivalità fra due ideologie ancor prima che fra due squadre. l'Old Firm, come viene chiamato da queste parti il derby di Glasgow, mancherà a tutti. Agli abitanti della città, agli scozzesi e a tutti gli amanti del calcio. Era una rivalità difficile da comprendere, che comprendeva al suo interno sentimenti ed emozioni, storia e passione. Solo vivendo la città e appartenendo ad una fazione politico-religiosa sarebbe possibile comprendere il significato che sta dietro a questo derby. Nessun'altra partita al mondo è così permeata di significati, nemmeno il derby di Spagna fra Barcellona e Real. Alle spalle della rivalità c'è la storia di una nazione, di un popolo. Teatro di questa porzione di storia la Rivoluzione Industriale, che nella seconda metà del XIX secolo spinse i contadini dalla campagna fino in città. Il tessuto sociale inizia a modificarsi radicalmente e Rangers-Celtic assume fin da fine secolo connotati ben precisi. I Rangers rappresentano, economicamente, la tradizione. Il Celtic incarna i valori della novità, raccoglie fra le sue fila coloro i quali hanno sposato l'unionismo, un'ideologia che spinge la Scozia al rafforzamento dei rapporti con la vicina Irlanda.
I campionati che d'ora in avanti il Celtic porterà a casa con estrema facilità non avranno valore. Alla storia passeranno come titoli legittimi, ma il valore sul campo sarà relativo. L'Old Firm è il campionato scozzese, non si può prescindere da esso. Specialmente ora che le due tifoserie avevano spostato la rivalità da un piano animato e violento ad uno sportivo.
Gli scozzesi son un popolo forte e fiero, che si piega ma non si spezza. Ce lo ha mostrato chiaramente Sir Walter Scott in Ivanhoe; e ancor più ardentemente Mel Gibson, nel suo Braveheart. Verissimo. I tifosi dei Rangers non si sono pianti addosso, hanno indossato sciarpa e maglietta e, come sempre, si sono presentati ad Ibrox. 49.118 spettatori hanno incitato ed acclamato i propri beniamini nella facile vittoria contro l'East Stirling, una squadra che quasi nessuno al mondo avrebbe mai conosciuto se non fosse stato per questa partita.
La strada verso la gloria è ancora lunghissima, ma senza derby di Glasgow il campionato di Scozia non ha senso di esser seguito. Cara Scottish Premier League, see you next Old Firm.
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