Esperto di Calcio

22 novembre 2012

La cresta del Faraone e la presunzione del Papero


Nella serata che consacra Stephan El Shaarawy scoppia il caso Pato. Ma andiamo con ordine e ripercorriamo prima l'ennesima grande prestazione del piccolo Faraone.
Classe 1992, El Shaarawy si sta imponendo all'attenzione mondiale per i suoi goal, le sue giocate e la sua personalità. La rete di ieri sera è un gioiello: stop di sinistro in un fazzoletto e tiro di destro a battere l'estremo difensore. Fantastico, meraviglioso, unico. Non ci sono abbastanza aggettivi per esaltare le qualità di un ragazzo che ha compiuto 20 anni da pochi giorni. E' un campioncino in erba, un patrimonio del calcio mondiale e, fortunatamente, di quello italiano. In Brasile la coppia con Balotelli penso possa fare grandissime cose, sognare la vittoria in uno dei paesi più affascinanti del mondo non è poi così utopistico.
Di questi tempi in casa Milan sono abituati al rovescio della medaglia. Per l'ennesima volta la notizia negativa arriva da Alexandre Pato, che ieri ha chiuso il match con un goal facile facile su assist ancora del Faraone.
Il Papero, come lo chiamano a Milanello, ha infatti sbottato a fine partita. "Avevo annunciato il gol al mister ha spiegato l'attaccante brasiliano a Mediaset Premium. Gli ho detto che sarei entrato e avrei chiuso la partita. L'infortunio? Ho preso un po’ di colpi, valuterò al mio rientro ma penso che non sia nulla di grave. Il futuro? El Shaarawy sta facendo bene, però adesso vediamo: voglio giocare, adesso viene il mio procuratore e poi vediamo".
Ritengo allucinanti esternazioni di questo tipo da un giocatore che ha passato gli ultimi due anni tra infermeria e rotocalchi di gossip. Il talento di Pato non si discute, ma se fossi in Galliani ridimensionerei il suo ego. 24 partite e sei goal sono il suo score delle ultime stagioni, troppo poco per un giocatore mediocre, figuriamoci per chi doveva essere il faro dell'attacco del Brasile. Pato ha paura di perdere il treno della Nazionale, e penso non abbia tutti i torti. Ma l'unica soluzione è quella di lavorare sodo e mettersi a disposizione. In questo Milan, El Shaarawy a parte, non esiste un attaccante più forte di Pato. Se sta bene gioca, lo ha fatto chiaramente capire anche Allegri, che gli ha più volte dato iniezioni di fiducia. Andare in prestito in Brasile significherebbe ammettere di aver fallito e le parole del brasiliano di ieri non sembrano ammetterlo. Dopo una vittoria in trasferta ed il passaggio del turno, fare quelle dichiarazioni è stato davvero fuori luogo. Sono state sinonimo di presunzione e arroganza, specchio di un ragazzo poco abituato a conquistare a fatica il posto in campo. Da mesi sono convinto che il Milan si sia mangiato le mani per aver fatto saltare l'incredibile cessione dell'inverno scorso: 44 milioni di euro. A quest'ora forse parleremmo di un Diavolo con Ibrahimovic ed El Shaarawy come coppia offensiva, in lotta per vincere Scudetto e Champions League.
Berlusconi e Galliani dubito accetteranno di cedere Pato in prestito in Brasile o ad una diretta concorrente, così come escludo che il ragazzo accetti di giocare in una squadra di media classifica in Italia. E allora l'unica e far abbassare la cresta a Pato, facendogli capire che il suo tempo al Milan non è finito, ma che per essere di nuovo un leader dovrà sudare e faticare.

4 comments:

Condivido in toto. La differenza tra i due sta, a mio parere, nella fame e nella voglia di arrivare. El Sharaawy, si applica, corre, pressa, gioca per la squadra (vedi assist a Pato) e la butta dentro. L'anno scorso soffriva i rimbrotti di Ibra, quest'anno lo vedo più maturo e determinato. Si è guadagnato il posto superando giocatori che non sono proprio gli ultimi arrivati. Nelle dichiarazioni non spicca per originalità, ma almeno non dice amenità come Cassano. Pato andava venduto a gennaio. Sappiamo tutti perchè è rimasto e credo sia stata la miccia che ha scatenato la definitiva rottura nello spogliatoio. Queste dichiarazioni sono davvero fuori luogo.

Sono d'accordo. Per quanto riguarda il capitolo Cassano, magari dicesse amenità. E' fuori controllo quel ragazzo, completamente. Corna, insulti e oscenità quando perde la bussola (le parole a Garrone non gliele perdonerò mai); quando invece è in giornata assume l'aria del Lucignolo collodiano. Il classico ragazzo che ama le marachelle a cui non si può non voler bene perchè è simpatico. Il dramma è che con questi comportamenti fa notizia e la stampa, avara di titoli da prima pagina, pende dalle sue labbra.

In un momento dove il campo offre poco, si sprecano fiumi di inchiostro su un giocatore dal grande futuro alle spalle. E dalla bacheca vuota.

Ma fosse la bacheca vuota il solo problema... Anche Gabriel Omar Batistuta ha una bacheca non proprio zeppa di trofei, ma non mischiamo l'acqua sporca col lo Champagne

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