Quella che doveva essere una grande partita non ha deluso le attese. Non ditelo ai tifosi del Chelsea, che hanno visto la squadra campione in carica spazzata via con un sonoro tre a zero. Un risultato così eclatante è figlio di un disegno tattico sorprendente.
Conte non ha tradito le attese. Ha schierato il suo 3-5-2, scegliendo Vucinic e Quagliarella come terminali offensivi. Il resto della squadra era quello che ci attendevamo: i soliti mastini in difesa, il collaudato trio di centrocampo e Lichtsteiner-Asamoah a presidiare le fasce.
Di Matteo ha stupito tutti. Orfano di Terry e Lampard, ha proposto uno strano 4-5-1 o 4-3-3 senza una vera punta di riferimento. La difesa, bloccata e timorosa, era quella che ci si aspettava. A centrocampo la prima grande novità: Azpilicueta. Un terzino adattato come interno di centrocampo, con il compito di arginare le discese di Lichtsteiner. In avanti, con Torres e Moses in panchina, un tridente leggerissimo: Mata, Hazard e Oscar.
La prima zona del campo in cui la Juventus ha dominato la partita sono state le fasce. Lo dicevo chiaramente ieri, se il Chelsea non fosse stato in grado di limitare gli esterni di Conte avrebbe sofferto. E così è stato.
Cole, Azpilicueta e Ivanovic non sono mai riusciti ad impensierire gli esterni bianconeri. A tratti li hanno chiusi ed hanno impedito che sfornassero i soliti cross per le punte, ma non li hanno mai tenuti bassi. Asamoah e Lichtsteiner hanno dominato e tenuto in costante apprensione i loro avversari. Lo svizzero ha colpito un palo ed è arrivato più volte alla conclusione, il ghanese ha messo più di un pallone in area di rigore.
Di Matteo ha cercato di giocare all'italiana. I giornali britannici scriverebbero "the italian job", ma con questa Juve non è intelligente lasciare l'iniaziativa, specialmente senza una punta vera. L'anno scorso il Chelsea giocava in questo modo: tutti dietro e palla a Drogba, che faceva salire la squadra e organizzava una pericolosa manovra d'attacco. Mata e Lampard facevano il resto. Ma oggi è un discorso che non sta in piedi, come si è chiaramente dimostrato ieri sera. Drogba non è più un giocatore del Chelsea e non esiste in rosa un sostituto che faccia quel tipo di gioco. Torres e Moses sono attaccanti di movimento, con i quali è semplice dialogare ma che non possono essere lasciati al loro destino. Forse vedendo Juventus-Inter, Di Matteo ha pensato di schierare tre giocatori offensivi per mettere in difficoltà Bonucci, Barzagli e Chiellini. Nulla di più sbagliato, perchè mentre i nerazzurri hanno giocato con tre veri centravanti, i blues avevano tre grandi trequartisti. Il loro mestiere non è certo quello di pressare o aiutare la squadra a respirare, tant'è vero che in fase d'impostazione il solo Pirlo è apparso sottotono. Mata e Oscar sono state due spine nel fianco, ma sempre e solo partendo palla al piede da metà campo. Hazard, qualche dribbling fine a se stesso a parte, ha vissuto una serata piuttosto negativa.
A fine gara il risultato diceva tre a zero, ma gli uomini di Conte hanno avuto almeno altre due nitide occasioni da rete. Se a queste aggiungiamo i miracoli di Cech su Lichtsteiner e Marchisio, si capisce come la tattica di Di Matteo abbia fallito. Io non so se sia colpa sua, dell'ambiente, della rosa a disposizione o di altro, ma questo Chelsea non merita di passare il turno. A Stamford Bridge ha sofferto con la Juventus, che seppur sotto di due reti ha rischiato di vincere. Con lo Shaktar ha vinto, ma con un goal fortunoso all'ultimo secondo. Nelle due gare fuori, invece, due sconfitte senz'appello. Non sarebbe la prima volta che i campioni in carica vengono eliminati al primo turno, sarà il campo a dircelo.
5 comments:
Credo che l'errore maggiore di Di Matteo sia stato non dare un punto di riferimento alla propria squadra, mancava il classico regista, Ramires inesistente. Di conseguenza si sono visti tanti, troppi errori. Senza Terry, Lampard e il dipartito Drogba, è stata sfilata la spina dorsale ad una squadra che impressionava per solidità, e che ora appare troppo leggera.
Dietro manca un leader, a centrocampo un faro e davanti un riferimento degno di nota. L'idea di ridisegnare tatticamente la squadra per esaltare le qualità dei trequartisti era ottima, ma in mezzo al campo ci vogliono due che abbiano polmoni e piedi. Mikel può anche andare, Ramires no. In avanti, infine, Torres non è che il lontanissimo parente di sè stesso, inadatto a sostituire un trascinatore come Drogba
Seppur con qualche ora di ritardo, voglio innanzitutto fare i complimenti alla Juventus per la splendida prestazione che ha sfoderato in un'occasione così importante. Pressing e voglia di vincere inenarrabili.
C'è poco altro da aggiungere: la Juventus ha annientato l'avversario, cui ha concesso soltanto qualche occasione in contropiede che avrebbe potuto cambiare completamente la partita. Per una volta, tuttavia, ha (stra-)vinto chi meritava di farlo.
Le colpe del Chelsea ci sono, ma bisogna anche vedere dove iniziano i meriti della Juventus.
Qualche nota a margine: 1) Vidal stranamente impreciso e fortunato nel gol (carambola assurda). 2) Molto strane le continue lamentele/rimproveri tra giocatori dopo qualche occasione sprecata; va bene la voglia di vincere, ma ho notato troppa tensione (chissà se è giusto così). 3) basta con questa storia del tutto esaurito: anche ieri mi sembra di aver notato degli spazi vuoti; soprattutto la Juventus dovrebbe spiegare come mai un comune mortale non può trovare un biglietto, mentre intorno allo stadio continuano a girare frotte di bagarini. Nel grande stile che Andrea Agnelli vuole creare, non è il massimo avere i bagarini come referenti. Dani, tu ne sai di più su questo argomento?
Son d'accordo su Vidal e sullo strano nervoso che aleggiava in campo. Le punte e Lichtsteiner sembravano troppo cariche, forse lo stress per la partita o l'ansia da prestazione.
Sui bagarini ho deciso scriverò un bel pezzo, sono un malcostume italiano che deve scomparire.
Grande, Daniele. Malcostume davvero assurdo e fuori dal tempo.
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