La notizia del giorno è solo una: Pep Guardiola al Bayern Monaco. I media parlano ovviamente dell'esportazione del modello Barça in Germania, della rivoluzione nelle giovanili bavaresi, delle differenze con i tecnici tedeschi.. Ciò che mi ha colpito è però la considerazione fatta oggi dalla Gazzetta dello Sport, che parla di un Guardiola "destinato" a mandar via Mario Gomez.
La domanda ora è ovvia: riuscirà Pep Guardiola a replicare il modello-Barcellona in Germania? La risposta ha bisogno di un presupposto: il nuovo allenatore del Bayern non è atteso da una rivoluzione. Primo perché gli ultimi rivoluzionari, in Baviera, non hanno fatto una bella fine (Magath e Van Gaal allontanati dopo aver vinto il campionato, Klinsmann addirittura esonerato prima della fine della stagione). Secondo perché il Bayern ha già «attitudini» alla Barça, unica squadra in Europa ad avere percentuali maggiori dei bavaresi nei passaggi riusciti. Non è l'unica similitudine: il Bayern è fondato sul settore giovanile, fonte inesauribile di giocatori per la prima squadra. E che fornisce a Guardiola la base per il «suo» Bayern, a partire da Schweinsteiger, che per età e ruolo si candida a a essere l'alter ego di Xavi. Intorno avranno probabilmente un posto garantito gli ultimi talenti arrivati dal vivaio: Kroos, Müller, Badstuber, Alaba, Contento hanno tutti dai 23 anni in giù. Più Javi Martinez, comprato a peso d'oro l'estate scorsa dall'Athletic Bilbao, possibile «Busquets» ma - causa abbondanza - non ancora titolare con Heynckes. E Pep non mancherà di dare un'occhiata (e più di una chance) allo svizzero-kosovaro Shaqiri, 21 anni e idee da Iniesta, e al turco-tedesco Emre Can, diciannovenne talentino del centrocampo. E il centravanti? Qualcosa, però, inevitabilmente cambierà. E il nodo è senza dubbio in attacco. Se la tecnica di Ribery è un'assicurazione per il posto fisso (un po' meno la velocità di Robben...), Marione Gomez e Mandzukic rappresentano il classico centravantone che Guardiola - dopo la crisi di rigetto con Ibrahimovic - aveva estirpato dal sistema di gioco del suo ultimo e più spettacolare Barcellona. Difficile rinunciare al serbatoio di gol dell'attuale coppia, ma o cambia Guardiola o cambia il Bayern. E se Pep fosse irremovibile, l'eventuale cessione magari di Gomez potrebbe garantire il budget in più a un club già ricco di suo, utile per portare a Monaco qualcuno di più adatto al progetto-Guardiola (posto che Leo Messi non si muoverà da Barcellona nemmeno per il suo mentore). La Champions Nel giubilo per l'arrivo di Pep, qualche ostacolo c'è. Al Bayern il manager è Mathias Sammer, che in società e sul mercato vuole comandare. E già Louis Van Gaal, sulla strada della finale Champions del 2010, aveva «panchinato» l'attaccante centrale, a favore di Olic e Müller, e portato il possesso palla su livelli da 70%. E i tifosi dell'Allianz Arena, per la verità, si erano un po' stufati del tiki-taka in versione olandese-tedesca. Soprattutto se non basta a vincere la Champions. Che poi è il quid in più richiesto a Guardiola, visto che la Bundesliga, bene o male, in Baviera si festeggia un anno sì e un anno no e che le due finali di Champions in tre anni non sono esattamente un risultato da Cenerentola d'Europa. Ma anche al Barça Pep raccolse la preziosa eredità di Rijkaard e ne proseguì il lavoro. Finì per creare la squadra più forte del mondo.
Io non ne sarei tanto sicuro, così come non credo che il catalano cercherà di ricostruire un modello balugrana in Baviera. Mi spiego meglio, Guardiola è un grande allenatore e crede nel gioco propositivo e nel possesso palla. Questo è fuor di dubbio, ma siamo così certi che ricostruirà una squadra identica al Barcellona anche in Germania? Io non credo. Penso invece che Pep apporterà una nuova filosofia in Bundesliga, specialmente nel lavoro con i giovani. Il Bayern, però, non perderà la sua identità, quantomeno non del tutto. La rosa dei rossi di Germania è certamente di primissimo livello, ma soprattutto possiede crismi e caratteristiche diverse da quella che Guardiola aveva a disposizione in Spagna. Per quanto potrà plasmare il suo Bayern sul mercato, Guardiola non farà mai a meno di gente come Schweinsteiger e Kroos, giocatori formidabili e molto diversi da Xavi o Iniesta. Penso quindi che sarà molto interessante vedere come il tecnico spagnolo saprà adattarsi ai giocatori che avrà a disposizione, fermo restando che la sua squadra avrà una mentalità propositiva e spavalda. Chi trarrà maggior beneficio dall'arrivo in Germania di Pep, sarà Thomas Muller. L'attaccante tedesco ha numeri da fuoriclasse e le caratteristiche giuste per far impazzire il tecnico catalano, che guiderà la sua ascesa. Magari non sarà Messi, ma non mi stupirei se Muller (classe '89) diventasse uno dei cinque attaccanti più forti del mondo nel lustro avvenire. Accanto a lui potrebbe tranquillamente giocare un ariete, proprio come Gomez. Sarebbe sciocco pensare che Guardiola sia un integralista della panchina, incapace di adattare il suo calcio ai giocatori a sua disposizione. A Barcellona ha provato ad inserire Ibrahimovic in un contesto del tutto sbagliato per lui, ma questo non significa che una prima punta non possa far parte del suo progetto.
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