Lisandro Lopez, sembra l'ariete argentino l'uomo che Agnelli e Marotta regaleranno ad Antonio Conte. Classe 1983, soprannominato "El Bandoneonista" (Il Fisarmonicista), è una prima punta forte di testa e abile a dialogare con i compagni. Andiamo a conoscerlo meglio leggendo un bell'editoriale di Paolo Condò, che sulla Gazzetta dello Sport scrive:
Nell'estate del 2009 il furbissimo presidente del Lione, Jean Michel Aulas, finisce dalla sera alla mattina in una situazione delicata. Dopo sette titoli consecutivi la squadra ha chiuso la Ligue 1 al terzo posto, a dimostrazione che la buona abitudine di riformare la rosa con uno/due pezzi all'anno è incappata in un passaggio a vuoto; Juninho Pernambucano, il formidabile regista brasiliano adorato dai tifosi, ha deciso che è giunta l'ora di andare a raccogliere gli ultimi spiccioli in Qatar lasciando la città nello sconforto; Karim Benzema, la stella cresciuta nel vivaio e diventata ormai faro della nuova generazione, ha ceduto al corteggiamento del Real Madrid, che dopo quelli di Ronaldo e Kakà annuncia il suo come terzo acquisto galattico. Aulas si trova quindi con un notevole gruzzolo in mano (35 milioni) e l'esigenza di reinvestirlo in fretta su un nome che rassicuri il tecnico Puel e, con lui, lo stadio di Gerlande, reso di gusti raffinati da sette anni di calcio grande e vincente. Quando il gioco si fa così duro, in Europa il numero di telefono da comporre è sempre quello del presidente del Porto, Pinto da Costa. «Ho bisogno di Lisandro Lopez» dice Aulas. «Il suo prezzo è 24 milioni» ribatte il portoghese, la cui boutique non è mai stata a buon mercato. «Ti faccio il bonifico» è la laconica chiusura del francese. La sicurezza costa, e lui è il primo a saperlo. Gol sicuri Perché in estrema sintesi, Lisandro Lopez questo è: una sicurezza. Non un fuoriclasse, ma un centravanti che segna sempre i gol facili, non di rado riesce a inventarsene di difficili e - il particolare che ha convinto Conte dev'essere questo - sa giocare a calcio. Nel senso che le sue notevoli qualità in area di rigore non lo rendono un bomber egoista, di quelli esclusivamente votati al pensiero verticale «io sono qui, la porta è lì», ma lasciano intatta la sua capacità di dialogare con i compagni, e al caso di esprimere attraverso un assist il suo talento negli ultimi sedici metri. Se per descriverlo dovessimo accostarlo a un attaccante della rosa juventina, il nome obbligato sarebbe quello di Mirko Vucinic, perché Lopez gli si avvicina quanto a gusto del gioco, pur essendone platealmente più efficace in zona gol. Per le sue caratteristiche, dunque, «Licha» può fare scopa con qualsiasi altro attaccante bianconero. Compreso Vucinic, sia chiaro. Argentina e Milito Lopez compirà 30 anni il 2 marzo. E' cresciuto ad Avellaneda, il sobborgo industrial-portuale nella parte sud di Buenos Aires, cui è collegata col grande ponte metallico che introduce alla Boca: per questo la sua squadra, il Racing, oltre ovviamente al derby con l'Independiente, sente in modo particolare la rivalità col Boca Juniors. Da ragazzino Lisandro ha fatto in tempo a crescere per un anno all'ombra di Diego Milito, salpato nel 2004 dal Racing per il Genoa, per poi sostituirlo fino alla chiamata del Porto: allo stadio Dragao ha vinto quattro scudetti in fila mostrando subito buona dimestichezza con la Champions League. E nel 2010, mentre l'Inter viaggiava verso il Triplete, lui conduceva il Lione su un binario parallelo interrotto dal Bayern in semifinale; il che conferma che l'argentino ha avuto modo di attraversare anche le fasi primaverili, quelle più avanzate, del torneo per cui la Juve vuole prenderlo. Segnando in molti modi (destro, sinistro e testa, «Licha» sa utilizzare tutto discretamente bene) e portandosi il dito alla tempia quando è il momento di festeggiare: nel calcio - intende dire - bisogna usare la testa.
Lisandro Lopez è un buon attaccante, i cui numeri dicono questo: 106 partite e 49 goal con il Porto; 104 e 54 reti con i francesi del Lione. A livello tecnico-tattico l'operazione mi convince, perchè Lisandro Lopez è un buon giocatore. Di sicuro farà comodo ad Antonio Conte e alla Juventus, ma non sono pienamente soddisfatto per la sua data di nascita. Avrei preferito un attaccante per lo meno Under26, dal momento che Llorente (1985) sarà il grande rinforzo per giugno. Ad ogni modo vediamolo in azione e valutiamolo.
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