Esperto di Calcio

22 settembre 2013

18 anni e la sfacciataggine della giovinezza: Keita

Il giovane Keita ha stupito tutti alla Lazio. La sua bella partita, in casa contro il Legia, non ha però stupito la brava collega Ylenia Marino, di Fantagazzetta. Lei, infatti, ha subito stilato una grande scheda del giovane talento biancoceleste, pronto per spiccare il volo.

Buona la prima. Il momento che tanto aspettava, è arrivato. E lui non si è fatto trovare impreparato, anzi. Ha risposto presente nel migliore dei modi. Il giovane Keita, classe 1995 (8 marzo), ha esordito ieri sera in Europa League contro il Legia Varsavia. Un esordio più che positivo, condito dall’assist al bacio per la “capocciata” di Hernanes valsa il gol vittoria dei biancocelesti. Il numero 14 laziale è il giocatore più giovane nella notte europea, insidiato solo da Jorrit Hendrix (il difensore del Psv), che è nato un mese prima di lui.
Nato ad Arbucias (Catalogna), Keita è cresciuto nelle giovani del Barcellona. Nel 2010 si trasferisce in prestito al Cornellà con cui partecipa al campionato Allievi, firmando ben 47 gol. Nell'estate del 2011 arriva in quel di Formello e inizia la sua scalata verso la prima squadra. Nella primavera di mister Bollini fa vedere ottime cose, tanto da guadagnarsi un rinnovo fino al 2017 (rinnovo firmato lo scorso 19 luglio). In Serie A esordisce nella partita contro il Chievo del 15 settembre (pochi minuti per lui), poi l’emozione della prima da titolare nella competizione europea.


Gol, giocate pregevoli e lavoro al servizio della squadra. Il talento made in Barça è un gioiellino nelle mani di Petkovic e della Lazio. Un “gigante” buono che ha dalla sua la carta d’identità e la voglia di fare. La sua zona preferita è la corsia esterna di sinistra (dove lo ha impiegato mister Vlado). Keita ama puntare l’avversario per poi rientrare al tiro con il destro, oppure correre sul fondo per pennellare al centro cross con il mancino (proprio come ha fatto ieri nell’occasione del gol del Profeta).
Per lui tanti applausi dai tifosi, dai compagni e da Petkovic. Ha giocato rispettando le consegne tecniche del mister, con semplicità ed intelligenza. All’inizio è sembrato timido e poco propositivo, complice anche l’emozione. Poi con il passare dei minuti è stato un crescendo, sigillato dall’assist per il suo compagno Hernanes che, dopo il gol, è corso ad abbracciarlo e ringraziarlo come hanno fatto tutti i suoi compagni. La squadra è con lui, si fida e lo coccola per farlo crescere sempre di più. Umile, determinato, senza manie da “star” o da “prima donna” Keita vuole diventare un punto fermo della prima squadra ed ha tutte le carte in regola per esserlo. Dopo l’ottimo lavoro di Bollini fatto su di lui (ha smussato gli angoli, i difetti) ora spetta a Petkovic, ai suoi compagni più esperti (i vari Klose, Hernanes) e alla sua forza di volontà completare l’opera.

0 comments:

Posta un commento

Twitter Delicious Facebook Digg Stumbleupon Favorites More