187 cm per 85 kg di peso, capello biondo ossigenato e goal nel sangue. Martin Palermo è stato un attaccante formidabile, forse poco apprezzato ed eccessivamente dileggiato.
Balzato agli onori delle cronache per i tre rigori sbagliati contro la Colombia, Palermo cresce calcisticamente nell'Estudianted di La Plata, sua città natale. Con i biancorossi argentini, dalla cui cantera due anni più tardi uscirà un certo Veron, assaggia il grande calcio a inizio anni '90.
La sua potenza, i suoi goal ed il suo innato senso di leadership non passano inosservati in Argentina, ed il Boca Junior decide di investire forte su di lui nel 1997. Palermo, bomber consumato del campionato albiceleste, risponde immediatamente presente, guidando gli Xeneises alla conquista di tre campionati, una Libertadores ed una fantastica Coppa Intercontinentale, vinta ai danni del Milan ai rigori.
Già, i rigori, il tallone d'Achille di Martin, che contro la Colombia, vestendo la maglia dell'Argentina, ne sbaglia tre in una sola partita. Un record, quasi ineguagliabile.
De Gregori cantava "Nino non aver paura di tirare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore..", e la pensava così anche Diego Maradona, che all'indomani della disfatta di Martin lo difende a spada tratta. "Sbaglia i rigori solo chi ha il coraggio di tirarli", ed uno che ne sbaglia tre su tre con la maglia dell'Argentina, di fegato, ne ha da vendere.
Palermo, nel 2001, si trasferisce in Spagna, alla corte del Submarino Amarillo. Con il Villareal non riuscirà a mantenere la media realizzativa che aveva al Boca (81 reti in 102 presenze), ma contribuisce alla crescita della squadra, che qualche anno più tardi arriverà a sfiorare la finale di Champions.
Dopo una piccola parentesi al Betis e all'Alaves, Palermo torna a vestire la maglia più amata, quella che è tatuata sulla sua pelle. Con il Boca, nel suo ritorno alla Bombonera, non vince, stravince. Campionati, Coppe, ed un'altra Libertadores, che fa diventare (temporaneamente) il Boca il club più titolato del mondo.
Con 113 reti in 216 presenze, Palermo attacca le scarpe al chiodo nel 2011, non prima di aver aiutato Diego Maradona a qualificarsi ai Mondiali 2010, ritornando così in Nazionale dopo 9 anni di assenza.
Centravanti completo, dotato di un fisico poderoso ed una potenza innata, Palermo è stato un cannoniere favoloso. Poco apprezzato nel vecchio continente, il panzer di La Plata era uno in grado di spaccare le difese, far salire la squadra e vedere la porta.
Soprannominato in patira "El Loco", Palermo è ancora oggi idolo indiscusso della curva del Boca, un pubblico dal palato piuttosto fino e dall'amore sconfinato per il pallone.
Intrapresa la carriera di allenatore nel 2012, non mi stupirei se "El Loco" si sedesse a breve in una panchina del vecchio continente, raggiungendo il suo amico ed ex compagno di Nazionale Diego "El Cholo" Simeone.
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