Claudio Paul Caniggia, nato ad Henderson (Argentina) 9 gennaio 1967, è stato un attaccante di livello mondiale. Passato alla storia per il goal all'Italia in semifinale al Mondiale '90 e per la sua grande amicizia con Diego Maradona, Caniggia è stato un giocatore estremamente longevo.
Centravanti velocissimo (sui 100 metri era capace di far registrare un 10.70 a livello giovanile e un 11.20 da adulto) anche se non proprio un killer sotto porta, Claudio Caniggia era soprannominato el hijo del viento (il figlio del vento).
A livello di club è stato un giramondo: cresciuto ed esploso nel River Plate, giocò in Italia per Verona, Atalanta e Roma, riuscendo a collezionare presenze anche nelle coppe europee.
Da giocatore atalantino si classifica al secondo posto nel mondiale italiano; suoi i goal decisivi nell’1-0 contro il Brasile agli ottavi di finale e nell’1-1 contro l’Italia in semifinale. Caniggia non parteciperà però alla finale persa contro la Germania per somma di ammonizioni, non potendo aiutare l'albiceleste ad evitare una bruciante sconfitta.
Dopo altre due stagioni con l’Atalanta ecco il passaggio alla Roma: sul finire della prima stagione in giallorosso, nel 1992-93 Caniggia viene trovato positivo alla cocaina, l’unico insieme a Maradona fino ad allora. Questa circostanza portò el pibe de oro ad accusare Matarrese, presidente della Lega Calcio, di aver architettato questo scandalo per vendicarsi dell’eliminazione dell’Italia dai mondiali casalinghi. L'accusa, ovviamente, è tanto ridicola quanto infondata, tanto che il duo argentino dal goal nel sangue ed il "naso lesto" non terminerà con l'esperienza italiana il rapporto con l'ufficio antidoping.
Il rapporto tra Maradona e Caniggia, come dicevo, andava ben oltre l’amicizia: dopo una stagione persa per squalifica e una al Benfica, Caniggia tornò in Argentina proprio per giocare con Maradona. Dopo un goal i due festeggiarono baciandosi sulle labbra, e sempre a quel periodo risale una dichiarazione della moglie di Caniggia: “Credo che Diego sia innamorato di mio marito; dev’essere per i capelli lunghi e i muscoli!”
Nel 1999 Claudio torna all’Atalanta, dieci anni dopo la prima stagione in nerazzurro, ma le cose non sono più le stesse: l’Atalanta è in Serie B, Caniggia è invecchiato e l’allenatore Vavassori non lo sopporta, anche per il suo taglio di capelli.
Il girovagare di Caniggia continua tra Scozia (Dundee United e Rangers Glasgow) e Qatar per una pensione dorata all’ombra delle palme.
I continui trasferimenti da un club all’altro non permettono di associare Caniggia a una singola squadra, ma nonostante tutto Caniggia rimane nei cuori dei tifosi argentini per quanto ha saputo dare alla Nazionale: goal decisivi, grandi prestazioni ai mondiali e il cuore sul campo. Questo nonostante Caniggia fosse stato lasciato fuori dall’albiceleste per un lungo periodo, sotto la gestione Passarella, che gli voleva imporre di tagliarsi i capelli. Riuscì a tornare in Nazionale con Bielsa; convocato per i Mondiali 2002 in Corea/Giappone, non scese mai in campo ma riuscì comunque a farsi espellere dalla panchina durante la partita con la Svezia.
0 comments:
Posta un commento