André Luciano da Silva, meglio conosciuto dal "grande" pubblico come Pinga, è un calciatore brasiliano. Qui, a Torino, il nome di Pinga evoca più di un ricordo, su ambedue le sponde.
I granata, perennemente alla ricerca del nuovo Lentini, videro nel brasiliano una luce di speranza. Forse non sapevano che, prima di arrivare a Torino nel '99, Pinga aveva militato nella Juventus. Certo non nella compagine bianconera, ma nell'omonimo club brasiliano, con cui aveva incantato gli osservatori del Toro.
Dal Brasile con furore: approdato sulla riva del Po con i crismi del campioncino, Pinga fatica ad inserirsi. In granata si fa notare più per le cene al ristorante che per i goal e gli assist in campo, tanto che dopo tre stagioni il Toro lo parcheggia in bianconero. Non parlo della Juve, ovviamente, ma del Siena. In Toscana si esalta, gioca e delizia il pubblico. Goal e assist si sprecano dal suo mancino fatato e i più attenti detrattori del club torinese vedono in Pinga l'ennesimo fallimento societario.
Il ritorno sotto la Mole: Così, dopo due anni al Siena, il Toro riprende Pinga per farne il faro della squadra. Alle spalle di Ferrante, Pinga è la speranza di una tifoseria intera. Tecnicamente dotato ed in possesso di un dribbling ubriacante, Pinga guida il Torino alla promozione in Serie A. Proprio quando Pinga è pronto a debuttare nella massima serie, il fallimento. La società fallisce e riparte dalla B, ma Pinga non ne può più e vuole misurarsi in un grande torneo. Ezio Rossi, suo ex allenatore al Toro, lo porta al Treviso, dove Pinga sarà ricordato per una pancetta mica da ridere.
Saudade Brasileira: armi e bagagli in spalla, Pinga torna in patria, giocando con l'International di Porto Alegre. Con i carioca non solo gioca, ma vince. Una Copa Libertadores, stagione 2006, porta Pinga all'onore delle cronache. E poi? Il richiamo dei petrodollari è così forte e convincente che Pinga lascia fama, successi e notorietà per trasferirsi in Arabia, dove il calcio è quantomeno discutibile. Goal e belle prestazioni non mancano, ma andiamo, parliamo pur sempre della Saudi League.
Il canto del cigno: Ormai sparito dai radar, Pinga è pronto a chiudere la sua carriera dopo aver passato la trentina. E invece la chiamata che non ti aspetto. Il Santos, fresco delle cessioni di Neymar e Felipe Anderson, punta su Pinga e Thiago Ribeiro, pupillo di Cellino con i rossoblu di Sardegna. Nulla è precluso per il ragazzotto brasiliano, classe '81 e tanta voglia di stupire.
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