Eleganza contro potenza; la dolcezza contro la forza; la classe e la precisione di un chirurgo. Quando si avvicinavano al pallone, lì, fermo sul punto di battuta, i portieri incominciavano a tremare. Sinisa Mihajlovic e Alessandro Del Piero, due modi diversi di vivere e calciare da fermo, ma una brutale efficacia.
Alex e Sinisa, due tipologie di calcio, ad incominciare dal piede preferito. Un destro naturale quello del capitano bianconero; un mancino assassino il serbo scuola Vojvodina.
E' impossibile dire chi dei due calciasse meglio, chi fosse più efficace. E' molto più semplice ammettere la loro perfezione nel collocare la sfera alle spalle del portiere avversario, all'incrocio dei pali.
Fin da giovanissimi Del Piero e Mihajlovic si son distinti in questa specialità. Il primo era letale negli ultimi 25 metri, con un calcio morbido a scavalcare la barriera. Il secondo era terrificante a 30 metri dalla meta, con una frustata mancina al pallone, per scagliarlo con inaudita potenza a gonfiare la rete.
Alessandro Del Piero: specialista nella classica punizione a foglia morta, Del Piero è stato in grado di segnare da qualsiasi posizione. Vicino o lontano dalla porta; da destra, sinistra o dal centro. La palla, che prendeva un giro fantastico, s'infilava quasi sempre nel sette, scavalcando la barriera e lasciando di sasso il portiere avversario.
Sinisa Mihajlovic: un killer nella conclusione dalla distanza, Sinisa era un leader nato. E' stato uno dei pochi che abbia mai visto allontanare il pallone dal punto in cui era effettivamente avvenuto il fallo. Più poteva essere lontano dalla porta, più il mancino del serbo diventava letale. Sapeva calciare con una forza inaudita, la violenza più cruenta mai vista in vita mia da fermo.
Campioni così hanno fatto bene al nostro calcio, aspettiamo che qualche ragazzo dei nostri vivai ripercorra le loro orme.
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