Esperto di Calcio

31 agosto 2013

Storie di calcio: Andrè Cruz

André Alves da Cruz, o più semplicemente Andrè Cruz, rientra in quella categoria di difensori goleador che hanno saputo sedurre le grandi squadre.
Il brasiliano, più forte nel tocco di palla che in marcatura, nasce calcisticamente nel Ponte Preta, squadra brasiliana con cui debutta nei professionisti nel lontano 1987. Dopo appena 3 anni nel calcio dei grandi, è lo Standard Liegi a portarlo nel Vecchio Continente, sedotto dal suo mancino potente e preciso, specie su calcio piazzato.
Nel campionato belga Cruz diventa ben presto un leader, grazie anche ai 18 goal messi a segno in appena 4 stagioni. Nel 1994 è il Napoli di Ferlaino a portarlo in Italia, affiancandolo ad un giovane Fabio Cannavaro davanti all'immortale Pino Taglialatela.
Cruz, arrivato con la nomea del campione sotto il Vesuvio, gode in maniera abnorme delle grandi prestazioni del futuro Pallone d'Oro, diventando agli occhi dei media un acquisto favoloso. Intendiamoci, Cruz non era un giocatore scarso, ma non era quello spietato marcatore che sembrava essere e che ha scatenato un duello di mercato "leggendario" fra le due sponde del Naviglio.
Dopo tre stagioni con la maglia azzurra, infatti, Cruz diventa oggetto delle attenzioni di mercato di Milan ed Inter. Il brasiliano firma un precontratto con i nerazzurri, poi cambia idea e si accorda con il Milan. Nemmeno a dirlo, Moratti e Berlusconi iniziano a "scornarsi" per il presunto campione carioca, che sembra in procinto di diventare una leggenda.
Il trasferimento di Cruz, ad un certo punto, prende una piega da libro giallo. Come racconta l'archivio storico del Corriere della Sera, il trasferimento di Cruz è degno di una trattativa alla Oronzo Canà.

"Ognuno ha la sua storia. C'e' chi e' costato 51 miliardi e chi un solo milione di lire. Per una sera, sul prato della Maladiere, Francesco Moriero, 28 anni e sei mesi, di Lecce ("Moriero terrone", e' l'ultima battuta di Taribo West), tornante, sei stagioni con il Lecce, due al Cagliari, tre alla Roma, si e' divertito a fare il Ronaldo, con un gol in rovesciata che ha ricordato la prodezza di Pele' con la quale si chiude "Fuga per la vittoria". Quella di Moriero e' una storia tuttora in sospeso fra realta' e fantasia. A meta' maggio, con il contratto in scadenza, dopo aver vissuto un anno alla Roma da "sopportato speciale", aveva scelto il Milan; il 10 luglio, giovedi', ha cambiato squadra senza cambiare citta' e, 36 ore dopo, e' andato in ritiro con l'Inter. Il si' di Moriero e' servito a chiudere un mese di schermaglie estive fra i due club di Milano: Andre' Cruz aveva firmato un precontratto con l'Inter e un contratto con il Milan; Moratti era deciso a depositare il documento e i continui "vertici" non servivano ad evitare la crisi. L'Inter voleva Boban o Maini, il Milan rispondeva: "Non se ne parla". Sembrava non ci fossero piu' margini di trattativa; poi, all'improvviso, la svolta: vi interessa Moriero? La domanda del Milan, convinto che per Cruz (designato erede di Baresi) si potesse rinunciare al tornante, che pure piaceva a Capello. "Ci interessa", la risposta dell'Inter. Cosi', trentasei ore prima della chiusura del mercato di luglio, l'accordo: prestito per un milione di lire (il minimo consentito dalle carte federali), con un gentlemen's agreement per trasformare, appena possibile (cioe' fra pochi giorni), il prestito in comproprieta'".



E fu così che l'Inter fece il primo e forse unico affare con i cugini del Milan, che scoprono il vero Cruz. In un
anno alla corte di Capello, Cruz si distingue in allenamento per una innata dote nel calciare le punizioni e per imbarazzanti capacità in marcatura nelle partite che contano.
Capello, tecnico poco avvezzo ai compromessi, lo boccia senza mezze misure. Così, coda fra le gambe e testa bassa, Cruz saluta il calcio che conta. Standard Liegi, Torino, Sporting Lisbona e Goias sono le ultime avventure di una carriera vissuta al massimo, almeno per qualche anno.

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