Esperto di Calcio

15 agosto 2013

Storie di calcio: Roy Keane

Uno dei mediani più duri che io abbia mai visto è stato senza ombra di dubbio Roy Keane. L'irlandese, sguardo da duro e una cattiveria agonistica fuori dal normale, è passato alla storia per la fascia di capitano dello United, per i suoi successi e per i suoi falli "assassini". Celebre la sua lite con l'ex stella dell'Arsenal Patrick Vieira, Roy Keane lo immagino oggi in un pub di Dublino, guinnes nella mano destra e una partita dello United in sottofondo. Lo immagino osservare Anderson e pensare: "sto ragazzino brasiliano del calcio inglese non ha capito proprio nulla".
Keane è stato un duro, ma anche un grande campione.
Alan Bisio, straordinario autore della rubrica "Memento" su Fantagazzetta, regala un ritratto del grande Roy, che mi son sentito il dovere di riprendere:

Se scegliessi Roy Keane come rappresentante del Manchester United in uno scontro uno contro uno, vinceremmo il derby, la Premier, una gara di barche e qualsiasi altra competizione. Possiede qualcosa di incredibile [Sir Alex Ferguson]

È la vigilia dell'esordio di Wayne Rooney con la casacca dello United, molti giocatori sorseggiano il tè, seduti sulle comode poltrone davanti al gigantesco tv al plasma nella halldell'hotel. Roy Keane, concentrato sulla partita di rugby, si alza e va in bagno; approfittando dell'assenza del suo capitano, il giovane Wayne cambia canale scegliendo The X Factor (per far contente le ladies) e nasconde il telecomando nella giacca. Al suo ritorno Roy ha l'aria del Sergente Hartman di Full Metal Jacket: 'Chi ha cambiato canale? Dov'è il telecomando?'. Non vola una mosca, nessuno osa rispondere e Keano, senza scomodare la fatina buona del cazzo, strappa la presa dal muro. La serata prosegue, ma poco prima di dormire Rooney sente bussare alla porta, apre e scopre davanti a sé la guardia di sicurezza del club: 'Mi manda Roy, vuole sapere dove hai messo il telecomando'. Un brivido percorse la schiena di Wayne, eppure, il giorno dopo, Keane fece finta di nulla.


Cè chi si aspettava un Memento su David Beckham, fresco di ritiro dal calcio giocato pochi giorni fa, invece scelgo di celebrare un altro eroe del calcio d'oltremanica, un altro grande ex del Manchester United, un altro centrocampista, meno glamour, più cattivo, la cui storia parte dalla piccola Mayfield, alla periferia di Cork, nell'agosto 1971.



CALCI & PUGNI - Roy Maurice Keane (dicono sia l'anglicizzazione del gaelico Catháinbattaglia), cresciuto fra quelle che un tempo furon le lande paludose della Contea Ribelle, è il quartogenito di Mossie Keane, ex calciatore, e Marie Lynch; tifa Celtic e Tottenham come molti altri pari età, ammira le gesta di Liam Brady e Glen Hoddle, ma per il calcio, a parer di alcuni, risulta inadeguato: colpa del fisico troppo esile e della bassa statura. Così si dà all'hurling ed alla boxe, con ottimi risultati: iscritto al Dillon Boxing Club, coi guantoni vince 4 incontri su 4, in attesa che qualcuno noti quel peperino rabbioso anche sul prato verde, dove randella diligentemente con la maglia del club locale, il Rockmount. Roy vuol sfondare, si danna, arriva addirittura a spedire un lettera contenente la sua scheda tecnica a molti club inglesi auto-pubblicizzandosima non succede nulla fino all'evento chiave: Eddie O'Rourke, coach delle giovanili del Rockmount, passa al Cobh Ramblers come allenatore della squadra riserve, è il pass di Keane per entrare nel calcio che conta. Le foto d'epoca mostrano il giovane Roy con la maglia amaranto-celeste dei Rams, sposor Adidas, rigorosamente a manica lunga. Nel 1989 fa l'esordio in prima squadra ed ai piani alti qualcuno si scomoda per vederlo giocare...

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Keane in maglia Nottingham Forest (Getty Images)

FOREST - Qual qualcuno è Brian Clough (Il Maledetto United vi dice nulla?), maglione di lana verde e Golden Retriever al seguito, leggendario manager che alla guida Nottingham Forest vinse due Coppe dei Campioni consecutive. Brian vede Roy giocare e s'innamora, in serata il baby irlandese è già dei Garibaldi Reds per l'irrisoria cifra di 47'000 sterline. Clough lo fa esordire a sorpresa il 7 giugno 1990 contro il Liverpool e Keane, che fino a pochi mesi prima giocava coi semi-dilettanti, quasi non ci crede, ma dà il suo contributo e presto si conquisterà il posto fisso in squadra. Sono due i modelli di Roy, uno in campo, uno nelle serate fra pub e discoteche: il primo risponde al nome di Stuart Psycho Pearce, egregio professionista, trascinatore, leader; il secondo è Des Walker, possessore d'auto fiammanti, modaiolo, buon calciatore, playboy di livello mondiale, proprio grazie a Des conoscera Theresa Doyle, futura moglie e madre dei suoi 5 figli. Prima di retrocedere e passare al Manchester United nel 1993 per circa 10 miliardi di vecchie lire, Keano ha il tempo di beccarsi 11 giornate di squalifica per aver detto all'arbitro, dopo un cartellino giallo, 'tua moglie è più gentile come me'.

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Frammenti di Capitan Fantastic al Manchester United (Getty Images)

DIAVOLO D'UN KEANE - Se prima era stato semplicemente un mediano fra tanti, a Old Trafford, sulle orme diBryan Robson, Keane entra nella leggenda nel bene e nel male: vince praticamente tutto, guida i Red Devils al magico Treble del 1999 (eliminando le Juventus in semifinale e segnando il gol vittoria nell'Intercontinentale) e viene spesso indicato come il prolungamento virtuale di Sir Alex Ferguson sul rettangolo verde, un cyborg a sangue bollente coi tacchetti attento ai dettagli a cui importa soltanto una cosa: vincere. Quando segna lo chiamano il nuovo Bobby Charlton, quando aizza la folla litigando con Patrick Vieira e Shearer diventa The real Captain Fantasticquando cerca di spezzare la gamba ad Alf-Inge Haaland, colpevole d'averlo apostrofato simulatore nel 1997, quattro anni prima, per tutta l'Inghilterra è Capitan Psycho.

Avevo aspettato abbastanza. L'ho colpito dannatamente forte. La palla era là... beccati questo stronzo, e non provare mai più a ghignarmi in faccia che sto simulando un infortunio [Roy Keane]

FIGHT CLUB - Nel 1999, col contratto in scadenza, Keane fu ad un soffio dal passare alla Juventus da svincolato ('perché non Milano? Perché non me ne frega un cazzo dei dannati negozi'), invece il 9 dicembre 1999 firmerà un quadriennale con lo United diventando (all'epoca) il calciatore più pagato d'Inghilterra. Condottiero legato alfootball old-style in via d'estinzione, Keane cominciava a sentirsi inadeguato fra i nuovi emergenti, al punto da essere paragonato al Tyler Durden di Fight Club da Rob Smyth, corrispondente del Guardian: Roy è un capitano che non fa telefonate ai membri della squadra, non organizza cene, odia il gossip, odia i tabloid, odia i tifosi imborghesiti, odia i compagni svogliati e quelli che, dopo una sconfitta, pensano già sotto la doccia al ristorante in cui andare a cena. Non sopporta che il calcio, e con esso il modo di tifare, sia cambiato, non riesce a concepire gruppi di supporter a Old Trafford chiusi dietro ad una vetrata gustarsi la partita davanti ad un vino di qualità ed unpanino agli scampi (l'espressione, coniata proprio da Roy, resterà indelebile nel vocabolario calcistico); lui li vorrebbe in mezzo alla bolgia a cantare There's only one Keano, udire le voci dei calciatori, fiutare l'odore dell'erba, come in trasferta. Lasciò lo United nel 2005, a 34 anni, dicendo di aver più fiducia nel proprio cane che in tanti compagni e rilasciando a MUTV un'intervista in cui criticava aspramente Rio Ferdinand: 'Pensa di essere una superstar perché lo pagano 120'000 £ a settimana e gioca bene venti minuti contro il Tottenham'.

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La metamorfosi di Roy con la maglia della nazionale irlandese (Getty Images)


KEANO ABBAIA IN VERDE - Già, il cane... Triggsil suo Labrador Retriever, sempre presente alle conferenze stampa e chiamato in causa in alcune di esse ('a differenza degli umani, i cani non dicono stronzate'), fu definito da molti giornali, fra cui The Daily Telegraph, come uno dei cani più celebri nella storia del calcio. Divenne famoso durante il ritiro nippo-coreano, ritiro che segnò l'esilio di Roy Keane dalla nazionale irlandese ai Mondiali 2002, dopo diversi screzi, lamentele e le seguenti, testuali, parole rivolte al ct McCarthy: "Mick sei un bugiardo, un fottuto segaioloeri un giocatore mediocre e sei un tecnico mediocre; l' unico motivo per cui ho a che fare con te è perché in qualche modo alleni la squadra del mio Paese, e non sei nemmeno irlandese, ma un bastardo inglese". Con la maglia dei Boys in Green, dopo aver spaventato Albertini e l'Italia di Sacchi ai Mondiali '94, giocherà solo 67 gare segnando 9 gol. Chiuderà la carriera al Celtic nel 2005/06, coronando un sogno nato in tenera età, dopo mezza stagione, 13 presenze, 1 gol, campionato e coppa scozzese aggiunti al già abbondante palmares.

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Gli ultimi sei mesi di carriera di Keane al Celtic, la squadra del cuore da bambino (Getty Images)

COACH ROY - Keane si ritirerà ufficialmente il 12 giugno 2006, dopo soli sei mesi passati in Scozia ed aver giocato, il 9 maggio dello stesso anno, il testimonial match fra Manchester United e Celtic: primo tempo in magliaHoops e ripresa, da capitano, coi Diavoli Rossi. La carriera da manager non ebbe il sucesso di quella da giocatore, con pseudo fallimenti sia al Sunderland che all'Ipswich Town, fortunatamente ci ha lasciato le interviste, l'autobiografia, parole di un mito che che alla gente piaceva e piacerà sempre, perché son passati i tempi in cui s'alzava il colletto alla Cantona, è passata la mania delle meches come Beckham, ma Roy Keane? No, lui finisce sui francobolli irlandesi come Bono degli U2 e non passerà di moda, perché le leggende non invecchiano, mai...

I miei giocatori possono indossare i guanti in allenamento. Non mi interessa. Ma l'anno scorso un paio dei miei ragazzi li hanno indossati anche durante una partita di coppa contro il Blackpool. E io ho detto loro: "State bene attenti. Se volete davvero giocare con i guanti, allora fate in modo di giocare molto bene. Perché saranno le prime cose che vi tirerò dietro se dovessimo perdere... [Roy Keane]

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