Esperto di Calcio

15 agosto 2013

Storie di calcio: O Animal, Edmundo

Samba, alcool e un talento cristallino. Basterebbero questi tre sostantivi per contraddistinguere uno degli attaccanti più forti e "pazzi" del panorama calcistico mondiale. Edmundo, soprannominato per il suo temperamento focoso "O Animal", è stato il classico esempio di genio e sregolatezza.
Una passione per il calcio ed i goal d'autore, seconda solo alle belle donne, alle feste e all'immancabile Carnevale di Rio.
Approdato in Italia nell'estate del 1998, per vestire la maglia della Fiorentina, Edmundo fa subito capire a tutti chi è. Il suo talento, in campo, è inarrestabile, tanto da spingere la Viola in vetta alla classifica per tutto il girone d'andata. Guidati da Trapattoni in panchina, e dal trio Rui Costa, Edmundo e Batistuta in campo, i gligliati sembrano un meccanismo perfetto. Al giro di boa del torneo, però, qualcosa incomincia a rompersi. Il ritmo carioca inizia a scorrere nelle vene di Edmundo, che a febbraio saluta tutti e s'imbarca per il Brasile. Gli uomini di Trapattoni, che orfani di O Animal palesano i limiti di una squadra che schiera Cois, Bigica e Padalino, cadonoa Udine e pareggiano all'Arechi. Edmundo, intanto, viene fotografato su un carro a Rio de Janeiro, intento a danzare e sedurre le ballerine verdeoro.
Inutile dire che Cecchi Gori, allora al timone della Fiorentina, non gradì. Lo scherzetto di O Animal segnò la stagione viola e il suo futuro. Nonostante i 12 goal in campionato, infatti, Edmundo viene rispedito in Brasile, dove veste la maglia del Vasco da Gama.
In Brasile, fra una foto con ragazze succinte ed una in cui fa bere birra a una scimmia, viene condannato a quattro anni e mezzo di carcere per un incidente stradale.

Il 15 giugno 2011 viene spiccato un mandato di cattura nei suoi confronti per essere stato riconosciuto colpevole per la morte di tre persone in un incidente avvenuto a Rio de Janeiro nel 1995. In precedenza, nell'ottobre del 1999, era stato condannato a 4 anni e mezzo di carcere in regime di semilibertà, ma finora è sempre rimasto libero grazie ai continui ricorsi presentati. Nell'incidente del 2 dicembre 1995 morirono tre persone: una ragazza che viaggiava con lui e una coppia in un'auto investita dal fuoristrada del giocatore. Altre tre ragazze, che si trovavano sul mezzo guidato da Edmundo, rimasero ferite gravemente. L'ex calciatore dovrà così scontare i 4 anni e mezzo di carcere ma ha già annunciato di fare ricorso e di non presentarsi alla polizia.

Grazie ad abili avvocati e ricorsi continui riesce a non andare in carcere, accettando anzi una nuova offerta europea.
Nel 2000 è il Napoli a chiamare O Animal, che sembra perfetto nella città di Maradona. Il talento non gli è mai mancato, un pizzico di follia nemmeno. Il binomio sembra perfetto, specie durante le grandi prestazioni nel ritiro di mezz'estate. Pronti via ed Edmundo si infortuna, lasciando le sorti dell'attacco al duo Sesa-Stellone, che porta gli azzurri ad un'inevitabile retrocessione. Edmundo non incide, gioca solo 17 partite e segna 4 reti, prendendosi la sua usuale vacanza carioca nel mese di febbraio.
La retrocessione lo porta a giocare in Giappone prima, in Brasile poi, dove chiuderà la carriera a suon di reti, risse e futbol bailado.
Una potenza devastante ed un senso del goal fuori dal comune, Edmundo è stato un attaccante formidabile, pur esprimendo solo a tratti le sue doti. Giocandosi il posto con gente del calibro di Ronaldo, Romario e Rivaldo, Edmundo ha sempre stuzzicato il palato del ct brasiliano Zagallo, che lo ha portato a sfiorare un Mondiale ed alzare al cielo una Coppa America.



Poche volte in Europa si è visto un giocatore così forte e così strafottente allo stesso tempo, sempre pronto a usare le mani e rispondere alla minima provocazione. Genio e sregolatezza, O Anilal: Edmundo.

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